Vicenda pesante se confermate tutti gli aspetti presentati nella denuncia da attivisti parlamentari pentastellati, come da pubblicazione su Varese Press.
“Vogliamo fare chiarezza perché siamo estremamente preoccupati per le emissioni prodotte dai cementifici e chiediamo al Procuratore di valutare se sussistano gli estremi per aprire le indagini”. Queste le parole dell’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Eleonora Evi, che insieme ai colleghi Marco Valli, Piernicola Pedicini, e a un gruppo di attivisti del M5S della provincia di Varese, ha presentato questa mattina alla Procura di Varese l’esposto riguardante i cementifici Holcim di Comabbio/Ternate e Colacem di Caravate. “I due cementifici – continua Evi – così come tutti i maggiori gruppi produttori di cemento in Italia, bruciano infatti combustibili alternativi e scorie da inceneritori, con possibili gravi ripercussioni sulla salute umana e l’ambiente. Di fatto producono cemento non nelle modalità tradizionali, ma bruciando combustibili solidi secondari (CSS), o combustibili derivati da rifiuti solidi urbani (CDR) o scorie da acciaierie e da inceneritori”.
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La cosa è nota, da anni. E, poco a poco, l’elettorato delle fabbriche si è spostato verso destra, fino alle frange più estreme. Fino, per esempio, a CasaPound Italia.
Il movimento politico che prende il nome dal poeta Ezra Pound denuncia oggi – sulle colonne online de Il Primato Nazionale – delle poco tolleranti prese di posizione della Fiom contro questa migrazione di idee e di voti dei propri lavoratori iscritti.
La Fiom “blocca” la destra
Già, perché la Federazione Impiegati Operai Metallurgici (che fa capo alla Cgil e che è il più antico sindacato industriale italiano) ha espulso una delegata lombarda dai vertici sindacali, perché fuori dai cancelli di uno stabilimento aveva fatto propagando pro CasaPound.
Dalla Lombardia al vicino Piemonte, per l’esattezza a Vercelli, dove un gli operai in protesta per il ritardo nei pagamenti da parte della loro azienda hanno chiesto aiuto proprio di CasaPound – e non l’imbarazzato sindacato “rosso”– per far valere i propri diritti.
Dulcis in fundo, la Fiom lombarda ha organizzato anche un programma di corsi antifascisti e antirazzisti per (in)formare – a modo suo – gli iscritti. E se il segretario regionale Alessandra Pagano precisa che “non è un indottrinamento”, il portavoce meneghino di CasaPound, Angela De Rosa, protesta duramente: “Quello che è successo è veramente inaudito. È evidente che la Fiom non tollera le idee dissidenti tra i suoi iscritti e di conseguenza opera grottesche purghe staliniane che pensavamo consegnate per sempre alla pattumiera della storia”.
tratto da Il Giornale