Intervento normativo a forte rischio di incostituzionalità, ammette anche “Il Fatto Quotidiano” che non può essere tacciato di fascismo.
La proposta di legge, dettata dalle vicinanze delle elezioni, e in campa elettorale tutto o quasi è lecito, pur di arrivare alla tanta agognata poltrona.

L’articolo in questione è il 292-bis del codice penale, nell’ambito dei delitti contro la personalità interna dello Stato; articolo recante «Propaganda del regime fascista e nazifascista, «propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità».
Pena prevista: dai sei mesi ai due anni.
Il Fascismo è morto e sepolto e legato a un periodo storico preciso creato da Benito Mussolini, morto appeso e seviziato dopo la sua morte in maniera orribile assieme alla sua compagna che aveva solo la colpa di stargli vicino.
Nessuno può oggi obiettivamente pensare di ripercorrere quella strada, perché non c’è più il Duce, con tutti i suoi errori (legge razziale e guerra a fianco di Hitler) ma dobbiamo mettere sul piatto della bilancia anche le sue innovazioni nel sociale nonché monumenti, scuole, strade e ponti che ancora esistono mentre quelle moderne sono instabili e a rischio!
Qual è il problema? Una falsa, anomala e a rischio di incostituzionalità del testo Fiano, visto che sulla ricostituzione del movimento fascista ci sono legge e pronunce che hanno ben chiarito quanto c’era e si poteva fare e dire.
Parliamo della Legge Scelba n. 645/1952 e successivamente della Legge Mancino del 1993.
La prima recitava «coloro che promuovano o organizzino sotto qualsiasi forma la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto regime fascista e coloro che pubblicamente esaltino princìpi, fatti o metodi del fascismo o le sue finalità antidemocratiche».
Il testo era però generico e restava nella discussione la condotta di «istigazione indiretta a commettere un fatto idoneo alla riorganizzazione» e l’ «Art. 241. – (Attentati contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato). – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.” Ben chiarisce di cosa si tratta.
Chi mette a rischio lo stato, giustamente deve essere punito, non si parla però di cantare inni, saluti col braccio teso ed altro.
Le altre manifestazioni di parola rientrano nell’art. 21 della Costituzione: non solo il diritto alla libertà di pensiero, ma il diritto alla sua manifestazione.
E questo dovrebbe chiudere il cerchio, se non c’è la prova della ricostituzione del Partito Fascista non c’è reato.
L’idea di Fiano è diversa come dimostra il suo testo che pur di lasciare una traccia del suo pensiero sfocia nel ridicolo proibendo gesti, o atteggiamenti:” la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”.
Atteggiarsi a fare un discorso dal balcone può portare alla violazione della legge, come tenere a casa un busto del Duce, piuttosto che un qualsiasi oggetto magari lasciato in ricordo dal nonno, oppure regalo di un amico.
Da qui nascono a Destra, quella vera di non vuole dimenticare ma neppure restaurare, prese di posizione inequivocabili e contrario.
Citiamo il caso della mozione di “SORAGNA DEMOCRATICA” INFORMA tutta la cittadinanza che, nella seduta di Consiglio Comunale del 26 Settembre 2017 il consenso ha accolto la mozione presentata dal Capogruppo di “Soragna ci Lega” Consigliere Maria Pia Piroli, dal titolo “Messa al bando dell’ideologia Comunista.
Una provocazione che ci sentiamo di chiedere a tutti gli amici e simpatizzanti, o più chiaramente camerati, di presentare in tutti i consigli comunali d’Italia a dimostrazione che i morti sono tutti uguali e vanno tutti rispettati, non ci sono morti di serie b i fascisti e morti di serie a comunisti.
Chi ha lottato da una parte o dall’altra pensava di essere nel giusto e deve essere rispettato il suo pensiero, il suo sacrificio e la sua memoria
Giuseppe Criseo
Presidente
RETE SOCIALE ITALIANA
www.retesocialeitaliana.it
mail: retesocialeitaliana@gmail.com
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segue la presa di posizione al comune di Soragna per chi volesse approfondire
“ATTENZIONE!!!!! – scrive il gruppo consigliare – SORAGNA DEMOCRATICA INFORMA tutta la cittadinanza che, nella seduta di Consiglio Comunale del 26 Settembre 2017 il consenso ha accolto la mozione presentata dal Capogruppo di “Soragna ci Lega” Consigliere Maria Pia Piroli, dal titolo “Messa al bando dell’ideologia Comunista” (numero consiglieri in carica: 12+Sindaco; presenti 11 consiglieri+Sindaco, voti favorevoli 6, contrari 4, astenuti 2), per cui il Sindaco di Soragna (PR) –Sig. Salvatore Iaconi Farina – si è impegnato in prima persona ad avanzare presso il Governo di perseguire penalmente con pene severe:
“Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del Partito Comunista, ovvero le relative ideologie” specificando che il comportamento è punibile anche se commesso solo:
“attraverso la riproduzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti, persone immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”, con pena aumentata se il reato dovesse avvenire per via informatica.
Quindi avvisiamo che da oggi 27/09/2017 chiunque venisse trovato sul territorio comunale di Soragna in possesso o intento a riprodurre, distribuire, diffondere, vendere, richiamare pubblicamente la simbologia, le gestualità, o di manifestare ideologia da ricondurre al Partito Comunista potrebbe essere richiesto da Iaconi Farina al Governo stesso che si proceda nei suoi confronti ad infliggere pene severe, con pena aumentata se questo dovesse accadere attraverso i mezzi della rete informatica.
Non è per ora chiaro se verranno effettivamente attivati monitoraggi sul territorio. Non appena sapremo quali strumenti il Sindaco intenderà adottare per portare all’evidenza pubblica i suddetti atti, ne metteremo al corrente tutta la cittadinanza”.