Una sentenza delle tante che fanno discutere, riguarda la TARI, la tassa sui rifiuti.
Non basta dividere i rifiuti, avere mille contenitori, stare attenti a quando mettere fuori la carta, il vetro, ecc., ci sono pure i costi di un servizio che non sempre risponde ai bisogni degli utenti, ma non corrisponde neanche il più delle volte a pesare con esattezza quanto davvero produciamo.
Un esempio :
“L’area del sottosuolo, adibita a posto auto, non è esente da tassazione, posto che non sono ravvisabili ragioni che possano escludere la possibilità di produrre rifiuti, laddove, nella specie, l’inesistenza di muri perimetrali, che delimitano la singola area adibita a parcheggio, appare irrilevante, in quanto le aree a ciò utilizzate sono aree, esattamente individuabili ed esclusivamente a disposizione dell’utilizzatore, e quindi frequentate da persone e, come tali, produttive di rifiuti in via presuntiva (Cass. n. 14770 del 2000; Cass. n. 5047 del 2015)”.
Il fatto di avere un’area presuppone la produzione dei rifiuti.
Paghiamo un servizio perchè potremmo usufruirne, ma non è sicuro, nel frattempo una cosa è certa bisogna pagare.
E si tratta di migliaia di euro per le aziende a seconda della metratura dei capannoni, un’ingiustizia a cui non si riesce a porre rimedio.
Uno dei tanti costi che frenano lo sviluppo dell’Italia, non l’unico certo, ma significativo e pesante sul piano economico, e di cui i tanti partiti non si fanno carico: queste sono le priorità del paese, fare ripartire l’economia guardando dove si può e si deve tagliare, facendo pagare con equità e con efficienza chi deve, senza fare strapagare chi ha una casa costruita con tanti sacrifici e sui ha già pagato più volte ma anche chi ha una piccola attività e senza avere entrate sicure, si vede comunque martoriato da servizi inefficienti e iniqui senza via d’uscita.
Giuseppe Criseo
Presidente
Rete Sociale Italiana.
www.retesocialeitaliana.it
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